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I l p i a c e r e d e l g u s t o 3 |
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A s s o n a n z e |
«...
portai
alle labbra un cucchiaino di té, in cui avevo inzuppato un pezzetto di
Madeleine. Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di
focaccia toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me
di straordinario. Un piacere
delizioso m'aveva invaso [...] Donde veniva? Che significava? [...]
Depongo la tazza e mi rivolgo al mio animo. Tocca a esso trovare la
verità [...] Chiedo al mio animo ancora uno sforzo, gli chiedo di
ricondurmi ancora alla sensazione
che fugge [...] Certo, ciò che palpita così infondo dev'essere l'immagine,
il ricordo visivo, che, legato a quel sapore,
tenta di seguirlo fino a me. Ma si agita in modo troppo confuso; [...]
Toccherà
mai la superficie della mia piena coscienza quel ricordo, l'attimo antico
che l'attrazione d'un attimo identico è venuta così di lontano a
richiamare, a commuovere, a sollevare nel più profondo di me stesso?» |
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I m m a g i n i |
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