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SOPRA LA MPB
e le sue infinite possibilità
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S O P R A
L A M P B
Raffaella Fuso
E’ Capodanno... 3. 2. 1. Ed ecco arrivare ... pepe pe pe pe pe... un frenetico trenino ubriaco a ritmo “Disco Samba” ...
Questo è il Brasile?... Mio povero Brasile! Questo non è il Brasile, nè si può dire sia la sua musica, se di una sola musica Brasiliana si può genericamente parlare. Questo è solo uno degli stereotipi che ci piace immaginare e ancor peggio scimmiettare guardando ad un paese esteso 30 volte e passa più di
noi.
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La musicalità è uno degli elementi predominanti nella vita sociale e culturale di questo paese, è manifestazione collettiva, danza, poesia, celebrazione, rituale, festa, divertimento, è un’universo così ricco e affascinante che nulla ha a che vedere con queste facili e penalizzanti
banalizzazioni.
Già solo racchiudere una tale vastità di generi e stili
come il Samba, lo Choro, la Bossa Nova,
il Pagode, l’ Axè, il Forrò, il Frevo,
il Maxixe per dirne solo alcuni e molti altri
“movimenti culturali” come il Carnevale
e il Tropicalismo sotto l’unica etichetta
generalista di MPB (Musica Popolare Brasiliana) può
essere in qualche modo un’eccessiva semplificazione; una
semplificazione però direi quasi necessaria se fatta con
l’intento di rintracciare ed interpretare tutti quegli
elementi comuni che caratterizzano una delle forme più
significative dell’identità e dell’anima di questo
bellissimo popolo. D’altronde se l’importanza della
musica per lo studio e la comprensione di una cultura è
ormai affermata da antropologi, sociologi, etimologi e da
molte scienze umane in generale, questo assunto è
senz’altro ancor più vero per un paese in cui la musica e
le danze ad essa strettamente collegate rappresentano le
forme “d’arte ed espressione culturale” maggiormente
sviluppate” e sopratutto diffuse del paese.
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Scrive Gilbero Gil
«ci sono molti modi di fare
musica brasiliana: io li preferisco tutti!»
La
ricchezza e lo stile di questo particolare patrimonio
culturale e sonoro sono, prima di tutto, frutto di un mix-etnico
di anime, tradizioni, ritualità eterogenee e a volte
contrastanti che fuse e rielaborate insieme hanno
determinano una creazione musicale ed artistica molto
variegata, ma assolutamente unica nel suo genere e rispetto
ai generi che siamo normalmente abituati a considerare.
In particolare dalla mistura di sonorità ed elementi
provenienti dalle culture Africane e Amerindie con
quella Portoghese ed Europea, nasce una “originalità”
musicale e coreografica, un “modo” di comporre, suonare
e vivere la musica che, seppur con molte varianti legate
alle diverse tradizioni regionali, agli strumenti utilizzati,
alle condizioni e successive evoluzioni storico-sociali e ai
diversi compositori ed interpreti, rappresenta la base di
partenza comune e il filo conduttore di questa unicità di
espressione e inconfondibile tecnica di esecuzione musicale
a livello nazionale.
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La “Musica popolare brasiliana” è prima di tutto ritmo,
intensità, energia, sensualità; le percussioni, in
maniera più o meno percettibile, costituiscono la sua anima
e l’uso di un ritmo sincopato la principale peculiarità.
Questa caratteristica deriva principalmente dalla cultura
nera presente nel paese, originariamente introdotta e
diffusa dai numerosissimi schiavi importati in tutto il
Brasile da diverse nazioni e tribu del continente Africano.
Per queste popolazioni musica e movimento del corpo erano
fortemente legati ai culti di propriziazione e invocazione
delle entità soprannaturali e delle divinità, basti
pensare alla “Macumba” di Rio
de Janeiro, o al “Candomblè” di Bahia e si
esprimevano attraveso un ritmo frenetico delle percussioni e
un’iterazione quasi ossessiva dei canti.
Questa forma di cultura musicale primitiva, oltre ad essere
ancora presente in molte zone del paese, è una componente
molto importante per capire la MPB di oggi essenzialmente
per due ragioni:
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la prima è il fatto che, come già
accennato, è dall’incontro e dalla commistione tra questa,
le culture amerindie e le diverse modalità melodiche, “poetiche”,
ritmiche e coreografiche importate dall’Europa che nascono
e si sviluppano, il carnevale
come evento nazionale, l’imprescindibile “ samba”
come macro-genere musicale e ballo popolare e il choro
come grandissima espressione, “dell’anima musicale del
popolo brasiliano”;
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la seconda riguarda invece più che il
modo di “fare” musica, la sua concezione e diffussione a
livello nazional-popolare.
L’elemento “nero” diventa fondamentale perchè
presuppone e diffonde, non solo fra la gente dei ceti
sociali più poveri, un modo di intendere e vivere la
musica, il canto e la danza, come elementi quotidiani e
funzionali a moltissimi aspetti della vita sociale di ogni
singola persona e della comunità in cui vive: il lavoro, il
corteggiamento, la preghiera, il racconto, il divertimento,
la “resistenza”, l’evasione, l’invocazione, il
festeggiamento;
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questo generale ‘ coinvolgimento
musicale’ oggi, indipendentemente dalle classi sociali,
dalle razze e dalle zone geografiche di appartenenza, è una
delle principali ragioni della “grande musicalità e
varietà musicale” del paese e ne spiega in parte anche il
marcato carattere “ popolare”, evidente già
nell’ambigua definizione stessa del genere.
Il temine musica “ popolare”, in questo contesto,
assume una connotazione leggermente differente e direi in
qualche modo più ampia rispetto a quella cui siamo
normalmente abituati a considerare; nella cultura musicale
brasiliana infatti, gli elementi musicali più propriamente
popolari e folcloristici e quindi spesso anonimi e legati a
diverse tradizioni tramandate da generazione in generazione,
non solo convivono forti, con la cosiddetta musica leggera,
d’autore e “impegnata”, ma continuano costantemente a
nutrirla e rigenerarla, attraverso forme sempre nuove e
originali, e in alcuni casi, estremamente raffinate e colte.
Scrive Jorge Amado: ” la cultura popolare,
determina la creazione letteraria e artistica, è la sua
"via" maestra. Il carattere popolare presente
anche nell'opera più raffinatamente intellettuale.”
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Ed sempio per eccellenza di questa “musica popolare”,
raffinatamente intellettuale è senz’altro la Bossa
Nova, dove la poesia, l’influenza del jazz, il mondo
intellettuale colto e raffinato di alcuni compositori ed
interpreti diventano popolari, nel momento in cui
riproducono perfettamente tendenze e costanti generali,
sopratutto di composizione musicale e di “tradizione”
tematica e diventano ancor più
popolari, nel riscontro dell’ampia interclassistica
diffusione e del notevole successo di simpatia e favore a
livello sia nazionale che internazionale; in questo modo, il
confine fra musica colta e musica tradizionale spesso in
questo paese, diventa praticamente impercettibile.
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E ancora, un’altro esempio di questa altissima e originale
espressione musicale, a carattere popolare, è senz’altro
rintracciabile all’interno del meno conosciuto
“macrogenere” musicale chiamato “ Choro” e in
molti dei suoi tecnicamente e creativamente grandissimi
musicisti.
Nato come forma musicale prettamente strumentale,
all’inizio dello scorso secolo, lo choro può essere
considerato un modo, se non il modo originale di suonare e
fare musica cosiddetta “brasiliana”.
Questo perchè
anche se la Bossa Nova e prima ancora il Samba
con le “sue” percussioni, rappresentano l’immagine
musicale del Brasile in tutto il mondo in realtà, sentendo
suonare un’intera orchestra di choro, o un singolo
pianoforte accompagnato da una chitarra, o
l’improvvisazione di un flauto, o di un clarinetto, ci si
accorge ancor di più, di quel particolare ritmo, di quei
suoni e di quel “fraseare” completamente differenti e
ormai direi inconfondibilmente e tradizionalmente brasiliani
al di là di ogni distinzione di genere.
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Questo aspetto “ popolare” può essere legato
anche al fatto che in Brasile mondo rurale e cittadino,
“terzo mondo” e mondo industrializzato molto spesso,
convivono a strettissimo contato e se da un lato progresso,
cultura e scambi internazionali vanno a diffondersi e a
consolidarsi, dall’altro sopravvivono centri di musica
popolare tradizionale che fanno ancora sentire forte la loro
presenza all’interno del paese influenzandolo notevolmente.
E’ pur vero che ciò che più rigidamente può essere
definito musicalmente folcloristico e popolare, ossia frutto
di una tradizione ininterrotta e in qualche modo “formalizzata”,
è principalmente relativo ai testi, la dove la musica
invece ha sempre trovato nell’intero Brasile, nuove e
infinite varianti e possibilità di creazione.
Ci sono
parole, stati d’animo, sentimenti, storie di vita, luoghi
e “patria” che hanno attraversato decenni quasi
inviolate, ma di volta in volta sono state reinvetate e
reinterpretate attraverso ritmicità, strumentazioni,
melodie, voci e spesso anche “contaminazioni”
provenienti da altri generi musicali internazionali, sempre
differenti.
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Ed ecco quindi il grande valore dell’ interpretazione e dei
singoli interpreti all’interno della mpb; grandi
compositori interpreti e musicisti capaci di assimilare,
riprodurre, reinterpretare, vivere e improvvisare musica,
nel suo senso più ampio; ed ecco che ad esempio il samba,
musicalmente più che coreograficamente, si moltiplica e si
differenzia nel tempo e a contatto con le diverse “realtà”
geografiche e sociali, generando una serie difficilmente
classificabile di numerose “possibilità”. Dal “ samba
enredo” carnevalesco,
al più lirico e melodioso “ samba canção”, dal
“ samba-de-breque” con il suo “ malandro”, al “ samba
de gafieira” suonato dalle orchestre nelle sale da ballo;
e ancora ci sono il “ samba de roda” Baiano, il
“ Partido alto” Carioca, il “ samba lenço” Paulista;
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... e ancora evolve in qualcos’altro fondendosi con altre
musiche e modalità regionali, o con jazz, reggue, pop,
rock, musiche caraibiche e africane; e ancora evolve,
attraverso tutti quegli artisti, come Caetano Veloso,
João
Gilberto, Gilberto Gil per fare solo
qualche esempio, che sono
riusciti a trasportare questo ricco patrimonio popolare di
ritmi, melodie e parole al di fuori dei propri confini
nazionali e “culturali”, dando voce ad un Brasile in
grado di imporsi ed influenzare l’intero panorama musicale
mondiale.
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... Ciò che ha dato la “ Bossa Nova” al
Samba, ad
esempio, è stata proprio una nuova possibilità di vita ed
espressione meno popolare, in senso sia geografico che
culturale, ma nello stesso tempo direi più universalmente
“popolare” visto che è riuscita con la sua sensualità
ad affascinare e a far vibrare le corde di molte anime
sparse per il mondo, spesso anche inconsapevoli delle
bellissime parole cantate in quella plendida lingua musicale
che è il portoghese.
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E i testi di queste canzoni
parlano di luoghi magnifici, o miserabili, di spiagge,
tradizioni, città, carnevale,
“terra” e raccontano con ironia, divertimento, o
intensità poetica, storie semplici, comuni o straordinarie;
e poi ci sono parole di denuncia al razzismo, alla fame, ai
problemi del paese; e poi ancora ci sono i sentimenti, i
grandi protagonisti di tutta la musica brasiliana.
... La saudade,
la felicità, la tristezza, l’ amore,
la bellezza, sono cantati, ma sopratutto espressi,
nella loro essenza, attraverso la magnifica combinazione di
parole, ritmo, melodia e movimenti del corpo;
Il “Samba è
la tristezza fatta danza”
canta Vinicius de Moraes in
“ samba de bençao”, una
“ tristezza che ha sempre la speranza / di non essere triste più”;
e ancora,
“ meglio
essere allegro che esser triste / allegria è la miglior
cosa che esiste / è così come un sole dentro il cuore / ma
se vuoi dare a un samba la bellezza / hai bisogno di un poco
di tristezza / se no non è bello un samba, no / se no, è
come amare una donna solo bella e beh! / una donna deve
avere qualche cosa in più della bellezza. / qualche cosa
che piange, / qualche cosa che ha malinconia / un`aria di
amore tribolato / una bellezza che viene dalla tristezza /
di sapersi donna fatta per amare"
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.. La saudade
e la tristezza sono due sentimenti chiave nella
poetica musicale brasiliana, e “peculiare” è il fatto
che vengano trattati, come possibili fonti di vita, piacere, volontà
e ispirazione artistica ed espressiva; un modo di sentirsi e
d’essere, che è difficile spiegare da un’altra cultura.
La “poetica” della saudade portoghese, con il suo triste
e affascinante struggimento, a contatto con questa terra
acquista un’accento marcatamente differente; è dolore,
sopraffazione, sofferenza, ma contemporaneamente porta
dentro di sè, il germoglio della speranza, la forza di
reagire, di tradurre il passato dando un senso al presente,
e può addirittura diventare piacere nel momento in cui può
mantenere in vita ciò che non esiste più, è lontano, o
non può più tornare.
Ed è proprio questo che rende questa
“malinconia brasiliana” così diversa e speciale.
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... Il Brasile ha fatto della “ saudade”,
della “tristezza felice”, del sapore “dolce-amaro”,
insieme al suo sambar, quasi una filosofia di vita di grande
fascino e dignità, e la musica non ne rappresenta soltanto
un mezzo di espressione e diffusione; la musica stessa è
un’essenza di questa “forma di pensiero” nel momento
in cui diventa un modo di vita, una sorta di “rifugio-soluzione”,
di speranza e invocazione all’allegria e alla gioia di
vivere, un “samba e canta che ti passa” che pur
banalizzando il concetto, appartiene all’animo e alla
sensibilità di tutto l’universo culturale brasiliano e
porta con se tutta la forza e la sostenibile leggerezza di
quei detti popolari ricchi della saggezza del come saper
vivere... o sopravvivevere.
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