V i s t a  e  i m m a g i n i  [3]

I  c o l o r i

"Da quando lui ha conosciuto Tereza, nessuna donna ha il diritto di lasciare in quella parte del suo cervello foss'anche la più fuggevole impronta. Tereza occupava come un despota la sua memoria poetica e ne spazzava via le tracce delle altre donne. Non era giusto, perché ad esempio la ragazza con la quale aveva fatto l'amore sul tappeto durante il temporale non era affatto meno degna di poesia di Tereza. Gli gridava: "Chiudi gli occhi, stringimi i fianchi, tienimi stretta!"; non riusciva a sopportare che, mentre facevano l'amore, Tomas tenesse gli occhi aperti, attenti e scrutatori, e che il suo corpo leggermente sollevato su di lei non aderisse alla sua pelle."

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M. Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere

 

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Il piacere dei sensi
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Il senso dei colori

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