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I l p i a c e r e d e i s e n s i 12 |
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A s s o n a n z e |
"Gli adepti si voltarono a guardarmi, ma
senza mettermi a disagio, mentre la voce di Miriam dava parola alla mia
immaginazione; intendo che quelle parole traducevano esattamente, nel
silenzio, le emozioni e le visioni che stavo vivendo dentro di me,
nell'assoluto della mia memoria.(...) La musica afferma Schopenhauer è
un'immediata oggettivazione della volontà, come l'Universo. E. Borges,
annota, la musica non ha bisogno del mondo. Questi concetti si traducevano,
al nostro ascolto, nella concretezza delle note che colmavano l'aria con
un supremo equilibriodelle leggi del ritmo.(...) Dopo tanto tempo mi tornò
la voglia di quegli aromi, di quel gusto, e degli
azzurri dell'alba, dei
rossi del crepuscolo che, quando formano un alone intorno al tavolo e alle
penne, rappresentavano per me una sorta di scrittura sublime. |
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