Una
sera sorgeva la luna, sul ciglio della collina. Gli alberelli lontani
erano neri; la luna, enorme, matura. Ci fermammo. Io dissi: "Tutti
gli anni, a settembre, la luna è sempre la stessa, eppure mai che me ne
ricordi. Tu lo sapevi ch'era gialla?" L'amico guardò la luna,
e ci pensava. Mi pareva davvero di non averla mai vista così, ma insieme
di averne in bocca
il sapore, di
salutare in lei qualcosa di antico, d'infantile, tanto che dissi: "E'
una luna da vigna. Da bambino credevo che i grappoli d'uva
li faccia e li maturi la luna".
"Non so", disse l'amico "per me è sempre la stessa".
Ora il brivido mi aveva lasciato e la luna col suo sapore di
vendemmia ci guardava entrambi come una creatura che conoscevo e ritrovavo".
C. Pavese,
Feria d'agosto
"…bere una coppa di
vino di
Samo, a mezzogiorno, col sole alto, o piuttosto sorseggiarlo una sera
d'inverno, quando si è in quello stato di fatica che consente di sentirlo immediatamente colare caldo nella cavità del
diaframma, e diffondersi nelle vene ardente e sicuro, sono sensazioni
sacre, persino troppo violente, per la mente umana.
Marguerite Yourcenar,
Memorie d'Adriano
"(...)
per le donne, quando rifulge nel banchetto lo splendore della
vite, più nulla di sano rimane, vi dico, nel culto divino.
(...) Pensa a quello che ti dico: anche nei riti di Bacco, chi è saggia non potrà essere corrotta
."
Euripide,
Baccanti
"(...)
Ed il vino
fluisce rosso lungo mille generazioni. Come il fiume del tempo e nell'arduo cammino.
Ci fa dono di musica, di fuoco e di
leoni. Nella notte del giubilo o nell'infausto giorno.
Esalta l'allegria o attenua la paura (...)".
Jorge
Louis Borges, Sonetto del vino
"Bisogna esser sempre ebbri. Tutto lì: è questa l'unica
questione. Per non sentire l'orribile fardello del tempo che vi rompe le spalle
e vi curva verso terra, dovete inebriarvi senza tregua. Ma di
che? Di vino
, di poesia o di
virtù. Ma inebriatevi...
Baudelaire,
"Poemetti in prosa"
Non è Dioniso che può costringere le donne
alla saggezza nelle cose d'amore: è nella natura di ogni persona
[comportarsi con saggezza, sempre, in ogni occasione].
Pensa a quello che ti dico: anche nei riti di Bacco,
chi è saggia non potrà essere corrotta. Euripide, Baccanti,
Oggi lo spazio è splendido!. Senza morsi nè speroni o briglie, via, sul vino, a cavallo verso un cielo divino e incantato Baudelaire
Quando la notte / Ottenebra le strade, allora vagano i figli / Di Belial, colmi di vino e d'insolenza
John Milton
O amato fanciullo, prendi le tazze variopinte, / perche' il figlio,di Zeus e di i Semele / diede agli uomini il vino / per dimenticare i dolori. i Alceo
Abbandonarsi all'ebbrezza
Il mio sognoaè morire: in: una taverna, / ove il vinoomeè vicino alla ; bocca del o moriente. / Udrò allora gli ; angeli lietamente cantare: / Sii benigno, Signore,con il Bevitore
anonimo poeta latino
Sotto l'effettosdell'alcool ; l'adultovritorna un bambino, che prova il piacere di pensare liberamenteacome, vuole senza : dover fare a attenzione. alla costrizione della logica Sigmund Freud
- Ah! Basta con la sete! […]
- Cos'è venuto prima la sete o il bere? […] - La sete, perché chi mai avrebbe bevuto senza sete ai tempi dell'innocenza?
- Ma noi, poveri innocenti, beviamo anche troppo senza sete.
- Io, peccatore, mai senza sete: se non presente, almeno futura; prevenendola, si capisce. Bevo per la sete avvenire. Bevo eternamente! Per me è un'eternità di bevute, e una bevuta d'eternità.
- L'appetito vien mangiando, dice Angest il venerando, ma la sete va via trincando.
- C'è un rimedio contro la sete?
- Sì, il contrario di quello contro il morso dei cani: corri sempre dietro al cane, se non vuoi farti mordere; bevi sempre. François Rabelais, Gargantua e Pantagruele, Einaudi, Torino.
Una vigna che sale sul dorso di un colle fino a incidersi nel cielo, è una vista familiare, eppure le cortine dei filari semplici e profonde appaiono una porta magica. […]
Qualcosa d'inaudito è accaduto o accadrà su questo teatro. […] Si direbbe che nessuno vi ha mai camminato, eppure c'è chi lavora […]. Ma poi se ne vanno, ed è come una stanza in cui da tempo non entra nessuno e la finestra è aperta al cielo. Il sole e la notte vi regnano […]; la sua stagione è settembre e torna sempre, e appare eterna.[…] E tutto l'accumulo, la lenta ricchezza dei ricordi d'ogni sorta, non è nulla di fronte alla certezza di quest'estasi immemoriale.[…] La vigna è fatta anche di questo, un miele dell'anima, e qualcosa nel suo orizzonte apre plausibili vedute di nostalgia e di speranza. Insoliti eventi vi possono accadere che la sola fantasia suscita, ma non l'evento che soggiace a tutti quanti e tutti abolisce: la scomparsa del tempo. Questo non accade, è; anzi è la vigna stessa.Davanti al sentiero che sale all'orizzonte, l'uomo non torna ragazzo: è ragazzo.
[…] Basta l'attimo dell'incontro e già il ragazzo e l'uomo adulto han cominciato il loro dialogo che, ricco di giorni, dall'inizio non muta. Cesare Pavese, La vigna, in I racconti, Einaudi, Torino
Dell'armonia e dell'amicizia che intercorrono tra uomini e donne è Afrodite l'artefice […]; ma nella maggior parte dei casi, qualora si trovino riuniti gli individui non legati da alcun rapporto non dico di familiarità, ma neppure di eccessiva conoscenza, allora è Dioniso che ammorbidisce i loro caratteri, quasi li umettasse con il vino, vino che viene quindi a svolgere la stessa funzione del fuoco sul ferro, dando principio, in un certo senso, all'instaurarsi di un rapporto di comunione e di amicizia reciproche. Plutarco, Il simposio dei sette sapienti
Il vino del Val der Heltz […] è il vino che fa alzare nello stesso tempo il calice, la fronte e il pensiero; il vino che mette all'operaio la forza nel braccio e il canto sulle labbra; l'allegria della nostra mensa d'ogni giorno, il festeggiare delle riconciliazioni e dei ritorni, il liquore benefico che riscalda le neve dei nostri vecchi, che rinvigorisce le convalescenze sospirate dei nostri bambini, che aggiunge un sorriso all'amicizia e una scintilla all'amore […]. E questo onoriamolo e festeggiamolo, benedicendo le due grandi forze benefiche a cui ne andiamo debitori: la fecondità della terra e il lavoro dell'uomo. Edomondo De Amicis, Pagine allegre
…bere una coppa di vino di Samo, a mezzogiorno, col sole alto, o piuttosto sorseggiarlo una sera d'inverno, quando si è in quello stato di fatica che consente di sentirlo immediatamente colare caldo nella cavità del diaframma, e diffondersi nelle vene ardente e sicuro, sono sensazioni sacre, persino troppo violente, per la mente umana. Marguerite Yourcenar, Memorie d'Adriano
Il vino è un grande pericolo specie perché non porta a galla la verità: rivela dell'individuo specialmente la storia passata e dimenticata e non la sua attuale volontà; getta capricciosamente alla luce anche tutte le ideucce con le quali in epoca più o meno recente ci si baloccò e che si è dimenticate; Italo Svevo, La coscienza di Zeno
Mille occasioni ti daranno poi
mense e banchetti, ove potrai cercare
oltre al solito vino i tuoi capricci.
Sovente Amore qui, rosso di fiamma,
poté umiliare tra le molli braccia
le dure corna a Bacco ebbro di vino;
ma quando il vino poi l'ali ad Amore,
sempre assetato ha intriso, allora il dio
soggiace greve e non sa più volare:
scrolla invano da sé l'umide penne,
ed è rischioso l'esserne spruzzati.
Appresta il vino i cuori e alla passione
Li fa più pronti: sfumano i pensieri;
nel molto vino ogni penar si stempra.
Risorge allora il riso, ed anche il povero
alza la fronte: dalla fronte fugge
ogni ruga, ogni affanno, ogni dolore.
Sincerità spalanca tutto i cuori,
oggi tra noi sì rara; ogni menzogna
scuote da noi il dio. Sovente allora
ai giovani rapì la donna il cuore,
e fu nei vini come fiamma Amore
dentro la fiamma. Ma non ti fidare
troppo d'un lume incerto e di lucerna:
la notte e il vino nuocciono al giudizio
della vera bellezza. In piena luce
guardò le dee Paride, allorquando
disse a Venere: "Tu, Venere, vinci
e l'una e l'altra". Sfuma nella notte
ogni difetto e non ha peso alcuno:
le donne al buio sono tutte belle.
Chiedi alla luce se una gemma è pura,
se ben tinta di porpora è una lana;
al giorno chiedi se una donna vale. Ovidio, L'arte di amare
Bisogna esser sempre ebbri. Tutto lì: è questa l'unica questione. Per non sentire l'orribile fardello del tempo che vi rompe le spalle e vi curva verso terra, dovete inebriarvi senza tregua. Ma di che? Di vino, di poesia o di virtù. Ma inebriatevi. Baudelaire, Poemetti in prosa
In quale regno o secolo e sotto quale tacita
Congiunzione di astri, in che giorno segreto
Non segnato dal marmo, nacque la fortunata
E singolare idea d'inventare la gioia?
Con autunni dorati fu inventata. Ed il vino
Fluisce rosso lungo mille generazioni
Come il fiume del tempo e nell'arduo cammino
Ci fa dono di musica, di fuoco e di leoni.
Nella notte del giubilo o nell'infausto giorno
Esalta l'allegria o attenua la paura,
E questo ditirambo nuovo che oggi gli canto
Lo intonarono un giorno l'arabo e il persiano.
Vino, insegnami come vedere la mia storia
Quasi fosse già fatta cenere di memoria. Jorge Louis Borges, Sonetto del vino
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