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I l p i a c e r e d e i s e n s i 1 |
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A s s o n a n z e |
Ogni
piacere
dunque, per avere una natura a noi conforme, è un bene, ma non
per questo ogni piacere è da scegliere (...).
Pane ed acqua danno il suppremo piacere quando li riceve chi ne ha
un'effettivo bisogno. Avere la consuetudine di cibarsi semplicemente e non
sontuosamente non solo ci garantisce la buona salute e fa si che l'uomo
affronti senza indugio le inevitabili occupazioni della vita, ma anche ci
dispone a gustare meglio le mense sontuose che di quando in quando ci
sopraggiungono e ci rende impavidi difronte alla sorte. Quando noi diciamo
dunque che il piacere è il compimento supremo della felicità, non
intendiamo riferirci alle volluttà dei dissoluti ed ai godimenti sessuali,
(...) intendiamo bensì l'assenza di sofferenza fisica, e l'imperturbata
tranquillità dell'anima. |
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I m m a g i n i |
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