"Per
il soggetto ironico la realtà data ha perso completamente il suo valore,
gli è diventata una forma imperfetta e intralciante ovunque. Per l'altro
verso, però, possiede il nuovo. Sa una sola cosa, che il presente non
corrisponde all'idea (...).
L'ironia
è una determinazione della soggettività. Nell'ironia il soggetto è
libero in negativo; difatti la realtà suscettibile di dargli contenuto è
assente, e il soggetto è libero dallo stato di costrizione in cui lo
tiene la realtà data, ma è libero in negativo e come tale fluttuante,
poiché nulla v'è che lo tenga. Ma proprio questa libertà, proprio
questo fluttuare trasmette all'ironista un certo entusiasmo, nel senso che
si ubriaca degli infiniti possibili [...]. A questo entusiasmo tuttavia
non si abbandona, ma nutre in sé e ravviva solo quello dell'annientare
".
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Kierkegaard,
Il concetto di ironia in costante riferimento a Socrate
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