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T e m p o 3 |
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A s s o n a n z e |
[...]
"per togliere all'io la facoltà di percepire un
tempo omogeneo basta staccare da lui quello strato più superficiale di fatti psichici che egli utilizza come
regolatori. Il sogno ci pone proprio questa condizione, poiché il
sonno, [...]
modifica soprattutto la superficie di comunicazione tra l'io e le cose
esterne, allora non misuriamo più la durata, la
sentiamo; da
quantità, ritorna allo stato di qualità: non c'è più valutazione matematica del
tempo trascorso, essa ha lasciato il posto a un istinto confuso
[...]. Anche allo stato di
veglia, l'esperienza quotidiana dovrebbe insegnarci a cogliere la differenza tra la
durata-qualità, quella che la coscienza afferra immediatamente, e che probabilmente l'animale
percepisce, e il tempo per così dire materializzato, tempo divenuto quantità a causa di un dispiegamento nello
spazio." |
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S. Dalì > |
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