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CHEMIO HEMP


CANAPA INDUSTRIALE E INQUINAMENTO DEL SUOLO
Trasformare le criticità ambientali in una occasione di sviluppo nella SIN TERNI-PAPIGNO

Progetto e fotografia
RAFFAELLA FUSO – 2018/2019


L’inquinamento del suolo è spesso impercettibile agli occhi e difficile da valutare ma è un pericolo nascosto i cui effetti possono essere catastrofici per l’ambiente e la salute umana.

La “Canapa industriale”, grazie alle sue proprietà “fitorimedianti” e alle innumerevoli possibilità di utilizzo della sua filiera produttiva, può rappresentare una concreta opportunità per bonificare i terreni contaminati, rivitalizzare il settore agricolo e diversificare quello industriale, contribuendo così allo sviluppo di un’economia circolare, sostenibile e alternativa alla storica industria metallurgica e petrolchimica nella “SIN TERNI-PAPIGNO” e in tutti i territori che presentano le stesse problematicità.

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Solo in Italia sono presenti 37 Siti Contaminati di Interesse Nazionale (SIN)*, ossia estese aree industriali più o meno attive, dove il terreno risulta contaminato dalla presenza di sostanze inquinanti (diossina, amianto, petrolio, piombo, pcb, mercurio) in assoluto pericolose in termini sanitari ed ambientali.

Nella verde Umbria la SIN TERNI interessa un territorio profondamente segnato dalla presenza di industrie siderurgiche, chimiche, di produzione dell’energia e trattamento dei rifiuti e ad oggi le stime parlano di più di 700 ettari di terreni “avvelenati” in attesa di essere risanati.


Fra i possibili metodi di bonifica individuati qui, come in altri territori che presentano le stesse problematicità (SIN di Taranto – Terra dei Fuochi – Area industriale di Siracusa), quello della “Fitorimediazione” risulta essere il migliore anche in termini di sostenibilità economica ed ambientale.


La “phytoremediation” è una “tecnica di bonifica” che utilizza la naturale capacità di alcune piante, come la Cannabis Sativa L., di decontaminare suolo aria e acqua e riequilibrare in maniera pulita il territorio riportando fertilità e biodiversità.
L’utilizzo di canapa come fitorimediante, spiega Rachele Invernizzi Vicepresidente Federcanapa e imprenditrice nell’area di Taranto, ha costi ridotti, un basso impatto ambientale e può offrire un'immediata prospettiva di utilizzo delle aree trattate in ambito bioenergetico e per altre produzioni industriali ecologiche ed alternative ai derivati del petrolio.

Nella SIN Terni–Papigno il progetto ReViride della Start-up ternana HESALIS che propone e promuove l’utilizzo della canapa per aiutare il risanamento ambientale ed economico di questo territorio si è classificato nei primi posti in diversi contest e concorsi a testimonianza di un concreto e rinnovato interesse da parte di pubbliche amministrazioni, aziende ed industrie che operano nel territorio per questa antica e controversa pianta.

La canapa può effettivamente rappresentare un’ opportunità di rivitalizzazione del settore agricolo e diversificazione di quello industriale verso lo sviluppo di un’economia circolare che a partire dalla bonifica e riqualificazione dei terreni porti a nuove produzioni e opportunità di sviluppo completamente eco-compatibili e sostenibili per l’ambiente e per l’uomo.




CONTATTI:RAFFAELLA FUSO raffaella.fuso@gmail.com
www.vivoumbria.it › 2019/06/14

Canapa industriale e inquinamento del suolo: Il progetto CHEMIO HEMP di Raffaella Fuso

di CLAUDIO BIANCONI - Vivo Umbria CLAUDIO BIANCONI
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